mercoledì 20 gennaio 2016

GOCCIA DOPO GOCCIA

In un pomeriggio d'inverno, particolarmente luminoso, mi sono ritrovata a scattare questa fotografia. Inizialmente pensavo di accompagnare questo vino, ad un brasato di verdure. 
I brasati, tipici piatti invernali, strutturati, caldi, confortanti; magari accompagnati da una polentina di mais o di miglio (che non guasta mai).
Vederlo fumante, e sentirlo ancora caldo, quasi bollente, percepirne gli aromi dei vapori.
Ma poi tra me e me, mi son detta che forse poteva quasi essere scontato presentare una ricetta di un brasato; siamo in inverno, prepariamo pietanze "bollenti", se non addirittura ustionanti! 
Così ho voluto rischiare.
Accompagnare questo vino ad un dolce Raw al cioccolato. Un dolce che potesse valorizzare al meglio la struttura di questo vino, che non ha molte prestese, se non quello di saperlo "ascoltare" in tutti i sensi.

So che non è facile accostare un dolce al cioccolato con il vino rosso. Anche perché hanno tutti e due strutture molto decise, e per quanto riguarda il dolce, solitamente prodotto con uova e burro, la struttura è ancora più decisa ed intensa, pur risultando morbida al palato.

Ma in questo caso si tratta di un dolce crudo; un quadratino con una base di frutta secca e frutta secca oleosa ricoperto con una crema di cacao crudo e latte di cocco.
Potrebbe essere un abbinamento azzardato, ed infatti lo è; ma vi assicuro che la morbidezza di questo vino, si accompagna perfettamente al tono secco e deciso di questo dolce.

Goccia è un vino morbido, come ho scritto sopra, ma al contempo molto profumato , dai toni speziati e fruttati (mi ricorda infatti la ciliegia). Si potrebbe dire che è un vino pacato, ma che sa, per chi riesce a percepirlo, emanare a tratti, profumi di sentieri bagnati. 
Avete presente quando si è nei boschi, dopo che ha piovuto, e ci sono le foglie per terra, e si sente quel profumo intenso di natura? Questo è ciò che ho percepito da Goccia, e che spero possiate percepire anche voi.


Per il dolce al cioccolato 

INGREDIENTI

per la base

8 datteri
1/2 tazza di mandorle
1 cucchiaio di cacao crudo in polvere
1/2 cucchiaio di olio di cocco fuso
1 presa di vaniglia

per la crema al cioccolato

1 tazza di latte di mandorle
60 gr di cioccolato crudo
3 di succo d'agave
3 cucchiai di olio di cocco fuso
granella di nocciole per decorare

PROCEDIMENTO
Inserisco tutti gli ingredienti nel boccale del frullatore, e frullo fino a quando ottengo un impasto lavorabile con le mani. 
Con questo impasto rivesto il fondo di uno stampo quadrato, ma anche rotondo va bene, e lo metto in frigo a riposare. Nel frattempo preparo la crema di cioccolato; sciolgo a bagnomaria il cioccolato, quando è completamente fuso, aggiungo il latte di mandorle, e tutti gli altri ingredienti. A questo punto riempio con la crema lo stampo, che avevo messo in frigo. Ora lo lascio riposare in frigorifero per tutta la notte. Passato il tempo di riposo, e quando la crema sarà ben solida, lo decoro con la granella di nocciole. 
Si mantiene in frigo per 10 giorni.

Il vino goccia lo potete trovare qui

venerdì 8 gennaio 2016

METTI UN POMERIGGIO SQUISITO DA...SQUISINI

A volte capita che, partecipando ad un evento di Vegan Italy (rivista del settore vegan), buttando una frase, si possa poi creare un incontro speciale, in un posto speciale.

Questo è ciò che è successo il 13 dicembre a Milano, zona naviglio, e precisamente in Via Col di Lana 12: un incontro tra foodblogger.
In un cortile interno, della vecchia Milano, praticamente nascosto, se non fosse per il nome sul citofono, esiste questo laboratorio-negozio.

Essendo in pieno centro, vi consiglio vivamente di prendere i mezzi, il tram n°9  (capolinea Porta Genova Linea 3 della metro),vi porta proprio di fronte al portone. Un portone enorme, di legno. con a fianco la tastiera del citofono in ottone; basta suonare ed entrerete in un cortile, un po' anonimo; forse il frutto delle ristrutturazioni degli anni passati, ma proseguendo, andando fino in fondo e scendendo le scale sulla destra, vi immergerete in una situazione totalmente diversa e calda.





Non conoscevo questo posto, e devo ringraziare tantissimo una mia cara conoscenza; devo dire che i social network danno la possibilità di conoscere persone molto interessanti!

Appena varcata la soglia dell'ingresso, io e mia figlia ci siamo semplicemente immobilizzate per ammirare questo locale; semplice, dalle luci calde, ed i tavoli in legno. Poche cose per arredare, ma scelte con cura, essenziali, senza troppo chiedere. Un arredamento modern vintage, con pochi mobili e tavoli, anche perché il negozio-laboratorio è pensato più che altro come un take-away. La zona di sosta, infatti, è rappresentata da un grande tavolo sulla sinistra, ed una mensola di appoggio sulla destra, con qualche sgabello, per chi vuole gustarsi le "bolle"  in comodità.




Ed eccoci al punto focale: il prodotto, la bolla di pane ripiena!

Ed è questa la novità, perché queste bolle di pane, non solo sono preparate con ingredienti biologici e di qualità, ma sono anche suddivise per regioni. Eh già avete letto bene, perché la filosofia e peculiarità di Squisini, è quella di portare regionalità e tradizione all'interno di una "bolla di pane". Ma cosa ulteriormente interessante, è la presenza nella loro offerta, delle "bolle di pane"vegan!
Quindi una tappa "obbligata" se doveste trovarvi da quelle parti, suonate al citofono ed immergetevi nel calore delle bolle Squisini.







sabato 2 gennaio 2016

ZUCCA : RICORDI di MANTOVA

Ogni volta che vedo una zucca, una zucca mantovana, immancabilmente la memoria mi porta a quella città: Mantova.
Un periodo molto difficile della mia vita; sbalzata dalla grande metropoli, Milano, per finire in quella che si potrebbe definire una cittadina di provincia (ai tempi faceva 50.000 abitanti). La difficoltà di inserimento,  trovare persone con  chiusure mentali di chi ha paura di provare e di lasciarsi andare a nuove prospettive; una marcata appartenenza alle proprie radici e tradizioni. Per me cose assolutamente nuove, perché in una "metropoli" come Milano, queste cose, già quindici anni fa, non esistevano più, se non nelle campagne più sperdute. Non sentirsi appropriate ad una cittadina, alle persone, alla loro cultura; aprirsi per poi sentirsi ingannati. Percepire, da parte loro, un senso di competizione, che per me era del tutto nuovo...Cercare di sembrare i migliori, criticare il criticabile, nascondere, nascondersi, o voler farsi vedere a tutti i costi.

Tutto questo, per me, era inconcepibile!

Eppure ho vissuto quindici anni della mia vita, cercando ogni giorno, di trovare sempre e comunque, qualcosa di positivo, che mi potesse far andare avanti nel mio quotidiano.

Certo l'ho trovato! Ho trovato delle persone, con le quali ho legato, e sono molto poche; con le quali mantengo ancora dei contatti.
Ma ho trovato anche tanto in quella città!

Cittadina medioevale, che ha vantato molteplici lustri, grazie alla famiglia dei Gonzaga. 

La storia dei Gonzaga è davvero molto interessante, e passeggiando per le vie di questa città, se ne respira ancora la presenza. Ma il personaggio al quale mi sono affezionata di più è sicuramente Isabella d'Este, donna di notevole cultura e grazia; ma credo che la lettura del libro "Rinascimento Privato" di Maria Bellonci, abbia influito ulteriormente a questa mia affezione. In questo devo anche ringraziare una mia cara amica, che lavorava al laboratorio di restauro del Palazzo Ducale, la quale mi raccontava spesso aneddoti riguardanti i Gonzaga, Isabella e il suo studiolo.

Studiolo che ho potuto visitare più di una volta, andando a trovare, questa mia amica, in pausa pranzo. 
La magia di quel Palazzo, lo studiolo di Isabella, dove Pico della Mirandola ed altri illustri dell'epoca, passarono; la camera degli sposi vista durante un pomeriggio d'estate, in totale silenzio ed ammirazione, poiché chiusa al pubblico. Le tende leggermente abbassate, che facevano entrare quel poco di luce, tanto bastava per poter ammirare in silenzio la magnificenza degli affreschi del Mantegna. Il calore dei pavimenti di cotto, ormai consumato dalle molteplici visite dei turisti.

La magia.

Si perché Mantova è una città magica, come lo è la sua campagna. Le nebbie del mattino, i profumi intensi della terra, i laghi di Mantova. 
Quei laghi dove la città si specchia al mattino avvolta dalla nebbia, ed anche d'estate quel sottile velo biancastro all'orizzonte, per non farti dimenticare che sei in campagna.

I campi, i loro frutti, il lavoro, i meloni dolci di Viadana e la zucca di Mantova.

Non voglio parlare qui, dei loro allevamenti, della caccia, e dell'inquinamento che purtroppo affligge quella città; voglio tenerla con me per quello che, " in una di città", fino ad allora non avevo mai visto ed imparato.

La natura in tutto il suo splendore. 

Gli animali selvatici, le volpi, i fiori di campo, gli asparagi selvatici, che le mie zie andavano a raccogliere nei campi incolti, per poi fare la frittata o il risotto. 

Questo è ciò che voglio portare con me; una città che, malgrado le nostre, ma soprattutto mie differenze, ha saputo darmi tanto. E mi ha insegnato davvero tanto sulla natura, sul rispetto verso gli animali, sull'importanza della tradizione e della terra. 
Una terra che, a parer mio ringraziamo poco per quello che riesce a darci quotidianamente.

Posso dire quindi, che questa è una ricetta che dedico a questa città, con il pensiero rivolto a lei, ogni volta che acquisto una zucca.


PER LA BASE
3 tazze tra noci e mandorle
1 punta di cucchiaino di vaniglia 
1/2 cucchiaio di burro di cocco 
4 coppapasta rotondi della tessa dimensione (8cm di diametro)
1 cucchiaio di  polvere di cacao crudo

PER IL RIPIENO
3 tazze di zucca Mantovana ( circa 350gr)
1 tazza 1/2 di latte di cocco
1 cucchiaio di burro di cocco 
6 cucchiai di succo d'agave crudo 
1 cucchiaino di zenzero fresco
2 cucchiaini di cannella
1/2 cucchiaino di noce moscata
una punta di cucchiaino di curcuma 

PER LA GLASSA

2 cucchiai di polvere di cacao crudo
3 cucchai di succo d'agave
2 cucchiai di acqua

granella di pistacchi (facoltativa)

PROCEDIMENTO

PER LA BASE
Metto nel frullatore tutti gli ingredienti e frullo fino a quando non si sono amalgamati bene gli ingredienti. Rivesto la parte inferiore dell'anello con della pellicola o uso una tortiera e metto il composto di frutta secca nello stampo rivestendo bene la base.

PER IL RIPIENO
Frullo tutti gli ingredienti fino a farli diventare una bella crema. Riempio il mio stampo e livello bene la crema scuotendolo leggermente. Lo lascio poi in frigo tutta la notte, così diventa bello sodo ;)

PER LA GLASSA
in una terrina mescolo tutti gli ingredienti, fino ad ottenere una crema liscia. 

ASSEMBLAGGIO
 Dopo aver preparato la base verso sopra la crema di zucca e lascio riposare in frigo per almeno 8 ore. Passato il tempo di riposo, preparo la glassa e la granella di pistacchi. Intingo poi una forchetta nella glassa di cioccolato e la passo sulle tortine; decoro poi con la granella.